La lumera è la pizza siciliana tipica della Val di Noto,
una pizza dalla forma particolare che ricorda sia lo “scifitieddu
detto anche scacce” Modicano che
la pizza Sarda.
Si prepara con la farina di grano duro mista alla farina bianca, acqua olio e
sale.
Quella tipica e più comune si condisce con il pomodoro, il ragusano DOP , ma
anche la provoletta va più che bene, l’olio
di oliva e il basilico.
L’impasto però è molto simile a quello della scaccia, un altra specialità
siciliana, questa volta ragusana.
Per questa ricetta della lumera, vi porto a Noto.
La lumera è infatti una pizza siciliana della città di Noto, un piccolo gioiello
che si trova in provincia di Siracusa.
Il nome di questa pizza è legato alla sua forma: che avendo i bordi ripiegati
verso l’interno, ricorda le antiche lucerne greco-romane.
È una specialità locale, un vero e proprio street food a tutti gli effetti.
La Sicilia offre molte varietà di pizze: lo
Sfincione, la pizza alta e soffice
tipica Palermitana, quella Catanese con i bordi ripieni, gli Scifitieddi
tipicamente Modicani, la vastedda detta anche mituligghia , la pizza fritta
modicana fino ad arrivare alla Lumera, la pizza dalla forma esagonale.
Essendo io una amante della pizza non ho resistito a condividere questa ricetta
della Lumera, la pizza siciliana tipica di Noto, la città dell’infiorata e dei
miei genitori.
Mangiata calda, vi assicuro che è una vera bontà.
Questa è una pizza che faceva mia madre, ma che non preparavo da anni, giorni
l'ho voluta fare, con grande apprezzamento, sia di mia moglie, che dei miei
amici Salvo e Santina Migliore.
La lumera è un pizza dalla sfoglia rustica a lunga lievitazione, che contiene un
cuore morbido di succosi pomodori , solitamente i pomodori Pachino, il formaggio
Ragusano DOP e foglie di basilico.
Vi raccomando di condirla anche sotto i bordi con provoletta
Avete voglia di una pizza speciale?
Provate questa ricetta della pizza lumera.
Potete condirla come preferite.
E’ molto buona anche quando è fredda.
Anche i Pitoni, specialità del Messinese, sono molto buoni.
Non conoscevo questa pietanza, che mi fecero gustare i miei amici Tiziana e
Roberto Massaro, al ritorno da un viaggio in
Umbria